Torricella Peligna: i pesci lanterna in acque abissali

Torricella Peligna: panoramica - foto di Antonio VanniTorricella Peligna: panoramica - foto di Antonio VanniPosizionato su una collina a 901 m, tra il Fiume Sangro e Aventino, è un importate sito paleontologico. L’ittofauna di Torricella Peligna costituisce una delle novità più significative in campo paleontologico nazionale. I sedimenti all’interno dei quali sono stati rinvenuti gli scheletri dei pesci risalgono al Miocene medio, quindi a circa 13 milioni di anni fa. Tali sedimenti si depositarono in un bacino pelagico molto profondo, a non meno di 700 metri di profondità, un Mar Adriatico e quindi un Mar Mediterraneo molto diverso da quello che conosciamo oggi. L’ittofauna è dominata dai pesci lanterna, rappresentati da circa un terzo dagli esemplari rinvenuti, per la prima volta segnalati allo stato fossile. Il pesce accetta Argyropelecus logearti, il pesce vipera Chauliodus, il pesce dragone Borostomias, il barracudina Paralepis albyi, il pesce lancia Alepisaurus, i pesci bandiera Aphanopus, Benthodesmus e Lepidopus ed il pesce medusa Centrolophus nuotavano in acque limpide e profonde illuminando il mare con le loro lanterne. Lo studio integrato dei sedimenti fossiliferi e dell’ittofauna di Torricella Peligna ha consentito quindi di ricostruire l’originario ambiente di vita, che doveva essere localizzato lungo la scarpata continentale, e non distante dalla piana abissale.

Lo sapevi che:
il pesce luna Ranzania zappai è così chiamato in onore del musicista Frank Zappa.

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